Filotea - Parte 3ª, Capitoli 21-41
Georges Naaman El Moualler, Naoki Tsujiie, Jaejun Chong, Wim Collin
Georges Naaman El Moualler, Naoki Tsujiie, Jaejun Chong, Wim Collin
Condivisione delle impressioni nostre dalla lettura della Filotea, Terza Parte
Oggi la nostra condivisione era un po’ particolare, perché mancava don Wim, speriamo che sia arrivato bene al Belgio. Perciò abbiamo scelto alcune capitoli che ci hanno toccati profondamente.
- Cap. 27-29: “Bisogna soltanto stare attenti a non passare dagli scherzi sereni alla derisione. La derisione provoca al riso per mancanza di stima e per disprezzo del prossimo”. Abbiamo detto che bisogna fare sempre buona conversazione, e riguardo agli scherzi dobbiamo essere attenti a non esagerare per non disprezzare l’intimità dell’altro. Poi, un altro ha parlato della necessità di cercare le cose belle nell’altro, e valorizzarla nel dialogo interpersonale. Un altro ha aggiunto, che nel Giappone c’è un pericolo per le famiglie, derivato dalla mancanza di presenza dei genitori a casa; specialmente se le due lavorano, e l’altro quando i genitori non educano i loro figli al buon senso delle cose, cioè questo è male o questo è bene, per loro tutto è buono! E così il giovane impara le cose cattive senza rendersi conto della sua gravita sulla sua vita morale: droga, bibite alcolici, ecc.
- Cap. 32-34. Riguardo ai giochi e alle danze. Abbiamo visto che i giovani di oggi sono molto attratti ai giochi come il “play station”, fino alla morte! Come stato successo a un giovane cinese; stato per un giorno davanti al televisore affinché morto giocando… Abbiamo osservato di nuovo il bisogno della presenza dei genitori, educare il giovane come gestire il suo tempo, ed educare alla mentalità di accettare la perdita; quando ci sono giochi proibiti per il Sales, come le carte, i dadi ecc… cioè non sempre devo vincere, e se l’altro ha vinto, questo non deve mettermi in crisi, cosi acquisto la compagnia dell’altro.
- Cap. 38-39. Qui la condivisione arrivata al cuore del dibattito sul senso del matrimonio. Ma, abbiamo osservato tutti, che oggi tutto il mondo richiama al divorzio. Forse, manca il senso della famiglia; ci pensa troppo al piacere personali = individualismo. Manca il senso del vero amore coniugale; il matrimonio civile. Lì abbiamo visto che il senso della laicità è valorizzato più che il senso della religiosità. Quando i genitori non sono ben educati alla fede, influire anche sull’educazione dei bambini.
Per sintetizzare possiamo dire, che il divorzio può derivare da due aspetti: quando manca il livello religioso nelle relazioni tra i sposi, e quando manca la morale nella relazione coniugale tra i sposi, cioè il rispetto dell’altro come tale…
19-12-2007
Georges, 辻家直樹, 정재준, Wim
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