FILOTEA - II Parte - Capitoli da XII a XXI
Gruppo in lingua italiana:
Gábor Hartai, Virgilio Radici, Marco Choi Jin Won e César Oberto
Capitolo XII - IL RACCOGLIMENTO SPIRITUALE
Scoprirai che Dio ha sempre gli occhi rivolti verso di te e ti guarda con infinito amore. Tu dirai allora: O Dio, perché anch’io non ti guardo senza stancarmi, come tu guardi me? Perché tu pensi tanto a me e io così poco a Te? [...] Allo stesso modo che gli uccelli hanno i nidi sugli alberi per potercisi rifugiare quando ne sentono il bisogno, e i cervi hanno i loro cespugli e i loro rifugi, dove si raccolgono e si mettono al riparo, godendosi il fresco e l’ombra in estate, così, o Filotea, il nostro cuore, ogni giorno, deve cercare e trovare un posto per potersi, all’occorrenza, raccogliere: o sul Calvario, o nelle piaghe di Nostro Signore, o in qualche luogo vicino. Potrà quivi sostare e ritemprarsi, pur tra le occupazioni esteriori, e difendersi, se necessario, come in una fortezza, dalle tentazioni (89-90).
Capitolo XIII - LE ASPIRAZIONI, LE GIAGULATORIE E I BUONI PENSIERI
S. Gregorio, Vescovo di Nazianzo, raccontava al popolo che, mentre un giorno passeggiava lungo la riva del mare, guardava le onde che, giungendo sulla spiaggia, lasciavano conchiglie e chiocciolette, ciuffi d’erba, ostriche e altri rifiuti che il mare rigettava, si potrebbe quasi dire, sputava sulla spiaggia; poi, ritornava con altre onde, riprendeva e inghiottiva di nuovo una parte del tutto. Gli scogli invece rimanevano ben saldi, nonostante che le onde li investissero con violenza. E fece questa riflessione: i deboli, come conchiglie, chiocciole e ciuffi d’erba si lasciano trascinare un momento nell’afflizione, un altro nella gioia, in balia delle onde della sorte; ma la gente che ha coraggio, rimane salda e immobile in mezzo a qualsiasi bufera [...] (94).
Il grande S. Basilio diceva che la rosa tra le spine è un insegnamento per gli uomini: Le cose più gradevoli di questo mondo, o mortali, sono frammiste a sofferenza. Niente è schietto: il rimpianto è sempre unito alla gioia, la vedovanza al matrimonio, la premura al risultato, l’umiliazione alla gloria, il prezzo agli onori, la ripugnanza alle delizie, la malattia alla buona salute [La rosa, anche se bella, ricorda il peccato che produce spine in terra] (95-96).
La ras tra le spine (Los Altos, aprile 2011) |
Senza questo esercizio non è possibile la vita contemplativa, anzi sarà mal condotta anche quella attiva; senza questo il riposo è ozio, il lavoro preoccupazione; perciò ti supplico di abbracciarlo con tutto il cuore, senza staccartene mai!» (97).
Capitolo XIV - COME ASCOLTARE LA SANTA MESSA
Sei sono i consigli. Primo, mettiti alla presenza di Dio. Secondo, rifletti sulla venuta di nostro Signore in questo mondo. Terzo, ascolta la Parola in unione con la Chiesa Cattolica. Quarto, occupa il cuore ai misteri della Morte e Passione del nostro Redentore attuati in questo sacrificio. Quinto, esprimi il desiderio di essere sempre unito al Salvatore in un amore eterno. Sesto, ringrazia la Maestà divina per l’Incarnazione, la Vita, la Morte, la Passione e l’Amore che ci dimostra in questo sacrificio e invoca su di te e sui propri cari la benedizione divina di nostro Signore (Cf. 99).
Capitolo XV - GLI ALTRI ESERCIZI PUBBLICI E COMUNI
E poi (e voglio dirlo una volta per tutte), si ricava sempre maggior frutto e più consolazione dalle celebrazioni pubbliche della Chiesa, che non dalle devozioni personali; perché Dio ha così voluto dando la preferenza assoluta agli atti di comunità su quelli privati (100).
Invocare i santi! (Affresco, Vicende nella vita di san Benedetto, Subiaco) |
Le anime sante dei defunti che ora si trovano in Paradiso, in compagnia degli Angeli, uguali ad essi, come dice Nostro Signore, hanno lo stesso ufficio: ispirarci con le loro preghiere e portare a Dio le nostre aspirazioni (101).
Onora, riverisci e rispetta con amore speciale la santa e gloriosa Vergine Maria: ella è Madre del nostro Padre sovrano e perciò anche nostra cara nonna. Ricorriamo a Lei quali nipotini, gettiamoci sulle sue ginocchia con assoluta fiducia; in ogni momento, in ogni circostanza, facciamo appello a questa dolce Madre, invochiamo il suo amore materno e, facendo ogni sforzo per imitare le sue virtù, abbiamo per Lei un sincero cuore di figli (101-102).
Renditi molto amico degli Angeli; impara a vederli sempre presenti, anche se invisibili, nella tua vita (102).
Scegliti qualche santo particolare la cui vita e i cui esempi maggiormente ti invitano all’imitazione e nella cui intercessione ti trovi ad avere maggior fiducia: come quello del nome che porti e che ti è stato assegnato nel Battesimo (102-103).
Capitolo XVII - COME VA ASCOLTATA LA PAROLA DI DIO
Ricordati che Nostro Signore accoglie le parole che gli rivolgiamo nelle preghiere, nella misura nella quale accogliamo quelle che Egli ci rivolge con la predicazione (103).
Leggi anche le Storie e le vite dei santi, nelle quali puoi vedere la vita cristiana, come in uno specchio; adatta le loro azioni ai casi della tua vita secondo il tuo stato. Benché molte azioni dei Santi non siano imitabili in senso letterale, da gente che vive nel mondo, hanno senz’altro qualche cosa da insegnarci o da vicino o da lontano; [...] (103-104).
Capitolo XVIII - COME VANNO ACCOLTE LE ISPIRAZIONI
«Tre sono i movimenti che si susseguono nella promessa sposa prima di giungere al matrimonio: in primo luogo le viene proposto il matrimonio, poi ella lo trova di suo gradimento, infine dà il suo consenso.
Allo stesso modo, quando Dio vuole compiere in noi, per mezzo di noi e con noi un’opera di rilievo, in primo luogo ce la propone ispirandocela; poi tocca a noi esprimerci dicendo se ci piace; in terzo luogo aderiamo con il sì.
Lo stesso processo lo seguiamo per cadere nel peccato: anche il tal caso i movimenti sono tre: la tentazione, il compiacimento, il consenso.
Per conquistare la virtù i gradini sono sempre tre: l’ispirazione, che è il contrario della tentazione; il compiacimento nell’ispirazione che è il contrario del compiacimento nella tentazione; il consenso all’ispirazione, che è il contrario del consenso alla tentazione» (105).
Acconsenti con un’adesione piena d’amore e fedele all’ispirazione; in modo che Dio, che non sei in grado di costringere, si sentirà fortemente obbligato dal tuo affetto. Ma prima di dare il consenso alle ispirazioni per cose importanti e straordinarie, per non rischiare di cadere in inganno, consigliati sempre con la tua guida, perché esamini se l’ispirazione è vera o falsa (106).
Capitolo XIX - LA SANTA CONFESSIONE
Il nostro Salvatore ha lasciato alla sua Chiesa il sacramento della Penitenza o Confessione perché potessimo purificarci dalle nostre iniquità, per numerose che siano, tutte le volte che ci infanghiamo (107).
Abbi sempre un sincero dispiacere dei peccati che confessi, per piccoli che siano, e prendi una ferma decisione di correggerti (108).
[...] non accusarti di non aver pregato Dio con la dovuta devozione; ma specifica se hai avuto delle distrazioni volontarie perché non hai avuto cura di scegliere il luogo, il tempo e il contegno atti a favorire l’attenzione nella preghiera; accusati con semplicità di quello in cui trovi di aver mancato, senza ricorrere a quelle espressioni generiche che, nella confessione, non fanno né caldo né freddo (109).
Non cambiare facilmente di confessore, ma scegline uno e rendigli conto della tua coscienza nei giorni che avrai stabilito; [...] (110).
Capitolo XX - LA COMUNIONE FREQUENTE
[...], chiunque vi ricorre spesso con devozione, rinforza talmente la salute e la vitalità dell’anima, che è quasi impossibile che rimanga avvelenata dai cattivi affetti di qualunque sorta siano (111).
Se è vero che i frutti più teneri, soggetti a corrompersi, come le ciliegie, le albicocche e le fragole, si conservano facilmente tutto l’anno una volta canditi nello zucchero e nel miele, nessuna meraviglia che i nostri cuori, benché fragili e deboli, siano resi immuni dalla corruzione del peccato quando sono trattati con quello zucchero e quel miele che sono la carne e il sangue incorruttibili del Figlio di Dio (111-112).
Sarebbe imprudente consigliare a tutti indiscriminatamente la comunione frequente; ma sarebbe ugualmente imprudente biasimare chi la facesse, soprattutto quando c’è di mezzo il parere di un prudente direttore di spirito (112).
In questo campo non bisogna dare direttive generali, occorre stare a quanto dice il padre spirituale; [...] (113).
Capitolo XXI - COME BISOGNA FARE LA COMUNIONE
«La preparazione alla santa Comunione comincia la sera precedente, con molte aspirazioni e slanci d’amore. Ritirati per tempo in camera tua, prima del solito; così il mattino seguente sarai pronta per alzarti più presto. Se durante la notte dovessi svegliarti, metti subito nel cuore e sulla bocca qualche pensiero odoroso, per profumare la tua anima e prepararla a ricevere lo sposo che veglia mentre dormi e si prepara ad arricchirti di infinite grazie e favori se sei pronta a riceverli.
Al mattino alzati con grande gioia per la felicità che speri e, dopo esserti confessata, va, con grande fiducia, ma anche con grande umiltà, a ricevere quel cibo celeste che ti nutre per l’immortalità [...].
Filotea, immaginati che, simile all’ape che dopo aver raccolto sui fiori la rugiada del cielo, e il succo più squisito della terra lo trasforma in miele e lo trasporta nella sua arnia; il sacerdote sull’altare prende tra le mani il Salvatore del mondo, vero Figlio di Dio, simile a rugiada discesa dal cielo e vero Figlio della Vergine, simile a fiore sbocciato dalla terra della nostra umanità, e lo offre in cibo di soavità alla tua bocca e al tuo corpo» (115).
Se ti domandano perché fai la comunione così spesso, rispondi che è per imparare ad amare Dio, per purificarti dalle imperfezioni, per liberarti dalle miserie, per consolarti nelle afflizioni, per trovare sostegno nelle debolezze. Rispondi che sono due le categorie di persone che devono fare spesso la comunione: i perfetti, perché, essendo ben disposti, farebbero molto male a non accostarsi alla sorgente della perfezione; e gli imperfetti, per poter camminare verso la perfezione; i forti per non rischiare di scoprirsi deboli, e i deboli per diventare forti; i malati per guarire e i sani per non ammalarsi; tu poi, creatura imperfetta, debole e ammalata, hai bisogno di comunicare spesso con la perfezione, la forza e il medico (116).
Testo di Gabor Hartai e Virgilio Radici
Foto di Joe Boenzi
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