Friday, November 30, 2007

Accento sulla devozione quotidiano

La Filotea
Parte 2, capitoli 10-21
Gruppo giapponese, coreano, libanese, fiammingo
Georges Naaman El Moualler, Naoki Tsujiie, Jaejun Chong, Wim Collin

Che cosa mi ha colpito in senso positivo e negativo?


Se noi facciamo nella nostra vita come è stato scritto in questi capitoli, seguendo le indicazione di San Francesco di Sales, viviamo una spiritualità autentica, siamo uomini spirituale nella vita quotidiana, possiamo incontrare il nostro Signore più facile in ogni momento del giorno.

C’è un accento molto forte sulla devozione quotidiana, non soltanto una devozione, ma una dedicazione del giorno, de tutti momenti del giorno, di ogni cosa che si fa, di dedicare questo a Dio, di sentirsi sotto la presenza di Dio, come Egli guarda sopra le tue spalle.

Da l’altra parte sembra di essere molto chiuso, come sei in una stanza e non ci sono finestre, non c’è la possibilità per uscire. Tutto sembra di essere concepito nel senso devoto, nel senso di Dio, soltanto pensare già alla seconda striscia di torta è già peccato. C’è in altre parole poco spazio per la libertà umana.

Le indicazione sono ben preciso, da l’impressione di essere una specie di manuale, ma non qualsiasi manuale. Ti fa entrare non in un rapporto impersonale con Dio, no, il rapporto è molto personale. Parliamo di ‘io’ e ‘Dio’, noi due dobbiamo fare le cose.
Soprattutto quando parliamo della comunione vediamo che un rapporto interpersonale sembra di essere indispensabile. Soltanto cosi, e è come sono presente le cose scritto da San Francesco, è possibile di crescere nella fede.

Ci sono purtroppo anche alcune difficoltà.

Per i laici, come abbiamo, accennato già, i laici chi hanno una famiglia, chi lavorano, un modo di vivere con Dio cosi intenso non è una cosa che si fa cosi semplicemente. Forse possono trovare una mezza ora per meditare e pregare, ma possono vivere con Dio, nella presenza di Dio ma con tutte queste indicazioni sarà difficile.

Quando leggiamo questi ultimi capitoli non sembra più una ‘introduzione’ alla vita devota. Le gente chi fanno questi esercizi devono avere fatto già un passo grande nella vita spirituale.

Sempre dicono che i religiosi devono lavorare con un cuore di preghiera. Ma purtroppo la realtà insegna un’altra cosa, force lavoriamo molto e anche durante i momenti espliciti della preghiera (lodi, vespri…) pensiamo al lavoro (che cosa dobbiamo fare, come lo facciamo…). La vita cerca la preghiera; la preghiera cerca la vita.

Santi come un Don Bosco riescono a fare della vita tutto una preghiera, sono capace di vivere cosi intenso con Dio, così uniti con Dio che tutte le cose che fanno sono una preghiera. Ma l’uomo semplice chi vuol essere introdotto alla vita devota? Il semplice religioso chi deve lavorare molto e ha poco tempo per contemplare la sua vita con Dio?

Che cosa possiamo fare nel nostro contesto con le cose c’abbiamo letto?

Alcuni temi sono interessante per applicare nel contesto libanese, purtroppo non è possibile di implementare tutto questo così, per esempio sulla meditazione c’i vuole una schema nuova, e riguardo il fatto che parliamo dei laici, per loro è difficile di prendere cosi molto tempo per fare la meditazione, hanno bisogno di mangiare e allora di lavorare per guadagnare soldi.

Per esempio nel contesto coreano sembra interessante le preghiere giaculatorie. Le preghiere piccole, semplice, meditative, che si può usare in ogni momento en non prendono molto tempo. È un modo di imparare a pregare, e è semplice, non hai bisogno di parole grande e difficile.

In Giappone, c’è piuttosto bisogno di un approfondimento del concetto di conversione. Come ha descritto San Francesco la confessione è una cosa formale, c’è bisogno di una vera e profonda conversione. Non aiuto molto di parlare di cose generiche, in questo modo il sacerdote non può aiutare.

Forse nelle Fiandria il punto di vista sulla preparazione per la santa eucaristia e la comunione può aiutare i giovani a vivere meglio la eucaristia. Sembra che per San Francesco la preparazione comincia prima della messa, molto prima. Forse noi cominciamo troppo tardi, cioè durante la messa oppure cinque minuti prima. Serve una preparazione molto chiaro e semplice.

Georges, 辻家直樹, 정재준, Wim

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