Friday, October 28, 2011

Un percorso che porta alla conversione

Filotea Prima Parte, Cap. 9-24
Gruppo in lingua italiana: 
Emmanuel Camilleri e Joachim Tshibangu Tshibanda

Il Santo di Savoia propone un itinerario che dventa uno strumento di accompagnamento verso una vita devota autentica. Tutto questo percorso e’ un che porta alla conversione. Usando dieci meditazioni, egli esorta l’anima di ezercitarsi e prepararsi ad una confessione generale. Il punto di partenza e’ il riconoscimento che l’anima non esistiva un anno prima. Ma Dio l’ha fatta fiorire non perche’ avesse bisogno di lei, ma perche’ mosso dalla sua bonta’. L’essere dato alla Philothea e’ precisamente eterno e che l’ha riporta a Dio per essere unita eternamente con lui.


Filotea e’ poi invitata a riconscere i suoi peccati. Francesco sembra di insistere su questo perché e’ un buon inizio: quando l’anima riconsce che e’ debole e che e’ incline al peccato, essa puo cominciare la via della santificazione propria. In questo modo la Filotea puo’ arrivare al punto decisivo di detestare la sua vita passata, non la propria vita, ma le cose e gli oltraggi che essa ha fatto. Questo riconscimento la porta a riconoscere un altro fatto imporante: essa e’ bsigonosa dell’amore e della misericordia di Dio. Essa allora puo dire: “O Signore, quanto è ricco di misericordia e grande in bontà il tuo cuore! Anima mia, canta in eterno le innumerevoli grazie di cui ti ha colmata.” In paragone, Filotea e’ portata a scoprire che l’amore di Dio e’ piu’ grande dei suoi peccati.

L’itinerario offerto dal Santo procede a portare la Filotea a contemplare la morte. Molte volte questo fatto e’ trasandato. Invece, Filotea ne deve pensare. Nessuno sa il momento in cui avverra’ questo fatto. Allora Philothea dev’essere pronta e preparata. Comunque, la morte del copro non e’ la fine. Quello che segue e’ piu’ importante. Ricollocando con il Vangelo di Matteo, il Santo chiede a Filotea di pensare su quale lato essa sara’ dopo la morte, la destra o la sinistra? La rispsta dipende dal tipo di vita essa vive. Quello che viviamo oggi, serve per quel momento eterno. La scelta e’ nelle mani di Filotea.

Alla fine non conta il piacere del quale si fa esperienza in questo mondo; esso e’ mondano e passa subito. Si deve pensare alla felicita’ eterna che non passa mai. Questa felicita’ si deve assaporare in questo mondo tramite la vita che una vive. Ecco perche’ e’ importante una vita devota che porta alla felicita’ eterna. Alla fine ci saranno de strade offerte per noi: l’eternita’ con il Padre o l’eternita’ con il padre della menzogna. Il Paradiso e’ la meta di Filotea perche’ essa e’ stata concepita e creata la’; il suo origine e all’origine dev’essere attratta. Si devono, allora, rifiutare le attrazioni del divaolo. Egli appare con potenza, su un trono, arrogante e superbo. Cosi’ sono anche quelli che lo adorano. Dall’altra parte c’e’ il Singore Gesu’ che non siede su un trono ma e’ crocifisso. Egli chiama a se’ quelli che sono dall’altra parte, cerca di attirarli con il suo amore per loro. L’anima deve convertire a Gesu’: “Mi converto a te, dolce Gesù, Re della felicità e della gloria che non muore; ti abbraccio con tutte le forze della mia anima, ti adoro con tutto il cuore, ti scelgo, ora e per sempre, a mio Re, e ti prometto fedeltà senza pentimenti; prometto obbedienza alle tue sante leggi, voglio ascoltare i tuoi consigli.” In fine, quello che Filotea fa’ e’ un atto di umilta’. Questa umilta’ e’ un aspetto essenziale per essere in grado di entrare nella vera e autentica vita devota.

Ma Filotea dev’essere sempre in guardia. Non e’ sufficiente ammettere i propri peccati mortali; anche quelli veniali si devono confessare. Nell’anima, piu’ che scoprire i peccati veniali, essa scoprira’ gli affetti verso tali peccati. E’ difficle essere liberati dai peccati veniali, ma l’anima ha la capacita’ di non avere affetto verso tali peccati. Se guardiamo questi peccati come un niente, c’e’ il pericolo di non fare caso all’offesa che essi portano verso Dio: “Il peccato veniale, per piccolo che sia, dispiace a Dio, anche se non in misura da volere, per questo, dannarci o perderci. Se il peccato veniale gli dispiace, la volontà e l’affetto ad esso, sono un chiaro proposito di voler dispiacere alla Maestà divina. E com’è possibile che un’anima per bene, non soltanto voglia dispiacere a Dio, ma sia attaccata al desiderio di dispiacergli?” Questi affetti sono direttamente contrari alla vita devota. Se rimangano nell’anima, i peccati veniali : “non le recano un danno molto grave; ma se quei peccati rimangono nell’anima a causa dell’affetto che c’è in noi per essi, questi le fanno perdere senz’altro il pregio [della] santa devozione.”
Francesco de Sales passa poi ad avvertire sulle cose inutili e pericolose. Lui si riferisce ai “giochi, i balli, i banchetti, le feste, gli spettacoli” che non sono in se’ cattive ma indifferenti nel senso che essi possono essere vissuti bene o male. Ma possono diventare pericolosi e piu’ pericoloso sarebbe l’attaccarsi ad essi. Non c’e’ niente di male se uno balla, gioca ecc. Ma non si deve attacarsi ad essi come se fossino cosi’ importanti che uno non puo’ starci senza. Il cuore ha bisogno di un spazio per i buoni sentimenti; l’affetto per queste cose vuote, puo occuparsi questo spazio prezioso. In fine, la Filotea deve sforzarsi di liberare se stessa dalle cattive inclinazioni. Queste, anche se non sono ne’ peccati mortali, ne veniali, sono imperfezioni che creano difetti e mancanze che non augurano bene nel proseguire in una vita devota. Percio’ e’ importante il temperamento per essere capace di controllarle.

Questa parte della Filotea puo’ essere utilizzata nell’accompagnamento personale; e’ l’ideale. D'altronde, questa era l’intenzione dello scrittore Santo. Su un livello di gruppo puo’ anche servire, comunque. Si puo’ usare come un esame di coscienza nei tempi liturgici forti, in modo particolare durante la Quaresima. Sarebbe ideale anche nell’amibito della formazione in noviziato, dando cosi’ degli strumenti ai novizi di esaminare se stessi e fare un vero discernimento. Negli ambienti giovanili si può adattare alcune parti di questo itinerario per aiutare i giovani a prepararsi bene per l’Eucaristia. Si potrebbe usare nelle nostre scuole e ambienti oratoriani per i ritiri mensili tenendo sempre in mente di adattarle ai tempi d’oggi. I giovani potrebbero avere anche dei dubbi sulla vita che loro conducano, specialmente nell’ambito del divertimento. Come accompagnatori, li possiamo aiutare a capire che non c’e’ niente di male a partecipare nei divertimenti, basta che uno mantiene la sua dignita’ di figlio e di figlia di Dio. Aiutarli a capire le gli affetti verso le cose del mondo, non hanno una vita lunga e che si deve cercare quelli che durano di piu’. Non dobbiamo giudicare i loro ambienti dove loro vanno a divertirsi, altrimenti li allontaniamo da noi e dai nostri ambiente. Cercando, allora, di creare un dialogo che li aiuta a scoprire il vero senso della vita.

∞ Many
Fotografia di Wilfried Wambeke

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