La Filotea, Parte III, capitoli 30-41
Gruppo di lingua polacca:
Tomasz Hawrylewicz, Jan Marciniak, Tomasz Lukaszuk
Tomasz Hawrylewicz, Jan Marciniak, Tomasz Lukaszuk |
Commentando la terza parte della “Filotea” (capitoli 30 fino a 41) l’insegnamento che ci è piaciuto prima di tutto è la fedeltà nella quotidianità, bisogna essere fedele nelle grandi e nelle piccole occasioni di servire Dio. Quelle prime “si presentano raramente, le piccole invece le hai sempre: ora chi sarà fedele nel piccolo, dice il Salvatore, avrà un incarico grande. Fa dunque tutto in nome di Dio, e tutto sarà fatto bene”(cap. 35).
Francesco insegna che ci sono i
giochi proibiti (dadi,
carte e simili), perché sono pericolosi per la tua fede. La vittoria dipende
più dalla fortuna che altro e giocando spesso la vita sembra dipendere dalla
fortuna e non da buon Dio (cap.32).
I nostri desideri spirituali, ma anche quelli del mondo,
secondo Salesio, devono essere ordinati, perché “generalmente abbiamo le voglie come le
donne incinte, che vogliono le ciliege fresche in autunno e l’uva fresca in
primavera!” (cap. 37).
“Bisogna guardarsi soltanto dagli eccessi
[nei giochi], sia per il
tempo che vi si spende,
sia per il denaro che vi si impegna; se tu vi consacri troppo tempo, diventa un’occupazione,
non più un divertimento: non ne traggono giovamento né lo spirito, né il corpo,
anzi alla fine ti troverai stordito e stanco. [...] Inoltre, mi sembra un’ingiustizia
mettere grossi premi
(troppo impegno) per la destrezza e l’inventiva in cose di così poca
importanza, anzi, direi di nessuna utilità, come il gioco. Ma soprattutto,
Filotea, sta attenta a non impegnare il tuo affetto; un gioco sarà onesto fin che vuoi, ma metterci
dentro il cuore e il proprio affetto è sempre male! Non dico che non si
debba provar piacere mentre si gioca, non sarebbe più un divertimento, ma ti
dico di non impegnarci il cuore per desiderarlo, perderci tempo e agitarti.” (cap. 31) Tutto ha il suo tempo!
Tra gli immagini usati dall’autore della Filotea, quelli che ci piacciono sono:
“San Giovanni Evangelista, secondo
quanto riferisce Cassiano, un giorno fu sorpreso da un cacciatore mentre
accarezzava per divertimento una pernice che gli si era posata sulla mano; il
cacciatore gli chiese come mai lui, uomo di tanto valore, perdesse il suo tempo
in una cosa tanto insignificante e senza frutto; S. Giovanni gli chiese di
rimando: E tu, perché non tieni il tuo arco sempre teso? Per il timore, rispose il cacciatore, che, rimanendo
sempre curvo, al momento opportuno non abbia più la forza di distendersi. E per un replicò l’apostolo, perché ti
meravigli se lascio per un po’ il rigore e la concentrazione dello spirito
per distrarmi un po’ e consacrarmi poi, con maggior vigore alla contemplazione?
Essere tanto rigidi, rustici e selvatici da non voler permettere né a sé, né
agli altri alcun genere di divertimento, senza alcun dubbio è un vizio!”
(cap.31)
“Nella nostra immaginazione combattiamo
contro i mostri africani
e poi di fatto ci lasciamo uccidere da serpentelli che incontriamo sulla nostra strada; questo
perché siamo distratti” (cap.37).
“L’elefante è un gran bestione, ma è il più degno
degli animali ed ha buon senso: voglio raccontarvi un aspetto della sua onestà. Non cambia mai femmina e ama teneramente quella che ha scelto, con la quale si accoppia soltanto ogni
tre anni e per cinque giorni; si circonda di tanto segreto [intimità nel
matrimonio] che non è mai
stato possibile sorprenderlo in quell’atto; si fa vedere apertamente il sesto
giorno quando si reca al fiume per un bagno totale, perché non vuole rientrare
nel branco senza essersi totalmente purificato. Sembra quasi che il
comportamento così bello e onesto di quest’animale inviti gli sposi a non
rimanere impantanati col cuore nelle sensualità e nei piaceri provati secondo
la loro condizione; ma una volta passati, bisogna lavarne il cuore e gli
affetti, purificarsi il
più presto possibile, per potere in seguito, in libertà di spirito, affrontare le altre
azioni più pulite ed
elevate del proprio stato” (cap.39).
Servizio foto: Joe Boenzi
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