Monday, January 16, 2012

Examination of conscious as a practice for growth

INTRODUCTION TO THE DEVOUT LIFE
PART V
English-speaking Group: Amaladoss and John Baptist


Part five is an annual renewal which St. Francis recommends undergoing every year. In it, St. Francis requests us to make a special kind of retrospective walk into our lives by making a sort of mini-retreat, culminating in renewal of the resolution that we had taken towards spiritual perfection. Since the flesh is weak, it makes us to fall back to weaknesses every time blocking us from keeping up to our resolutions.  Francis encourages us to examine them closely, to give thanks for all signs of progress however tiny, and frankly acknowledge where we are lacking in progress.  Then we have to re-commit ourselves to the resolutions that we have made at the beginning of the spiritual journey.


We are asked to check ourselves the descriptions that are encountered by us and the overconfidence which has made us to fall into temptations. We have to make a examination of the soul as to its progress in the devout life. This section should bring us back to the middle sections of book at least once a year for a few weeks, and be an occasion to refresh our memory of all the good advice in the book.  We are called to examine in a special manner the condition of our soul in front of God and in front of others.  Then we are called for a daily renewal of our resolutions realizing the worth of the soul. The lives of the saints are models for us in this regard. Christ’s love for us and the eternal love of the Lord help us to be faithful to our resolutions and proceed forward in our spiritual growth.  The practice of prayer and the sacraments also help us in this spiritual growth.


Report by Amaladoss
Photography by Joe

Thursday, January 12, 2012

Remember what God does for you

INTRODUCTION TO THE DEVOUT LIFE
BY ST FRANCIS OF SALES
Part V – All Chapters   1-18
Notes from the sharing in the Polish group on 9.01.2012

Present today: Tomek Hawrylewik, Jan Marciniak

The whole of Part V contains counsels and practices for renewing and confirming the soul in devotion. In the first chapter there is an explanation of how important the yearly retreat is to renew Good Resolutions, to have time to reflect, to pray and make a more detailed examination of conscience concerning one’s personal relationship with God, with others and with self. Christian life however is just that: a life. Good and pious people need spiritual exercises to correct what is not good and what separates them from a full relationship with God.

To assist the devout in better understanding spiritual life, St. Francis uses the story about clock. “There is no clock, however good,” he writes “but must be continually wound up; and moreover, during the course of each year it will need taking to pieces, to cleanse away the rust which clogs it, to straighten bent works and renew the parts that are worn out” (Part V, 1st Chapter).


The same is true with the Christian life, which also needs regular exercises, meditations, as the saint explains in the 2nd chapter, and an examination of the Soul in different aspect as progress in the devout life, where he is teaching in chapters 3rd, 4th, 5th. 6th, 7th and 8th. In the personal growth in faith to God is very important  to consider what  kind relation I have with God, my neighbour and myself. Continuing his teaching he is presenting various saint as the best sample how important is to participate in the spiritual exercises. “Consider the example of the Saints on all sides, what have they not done in order to love God and lead a devout life”. (Part V, 12th Chapter)

In the spiritual exercises the most important point to remember is what God has done and how you are relating with Him, loving, expressing gratitude and searching for Him. God has to be the first aim in the spiritual growth.

Synthesis by Jan Marciniak



Facciamo moltissimo quando lavoriamo con Dio

FILOTEA: V parte - Capitoli da I a XVIII

Il nostro gruppo è risultato composto da: Gabor Hartai, Virgilio Radici, Choi Jin Won (Marco) e César Oberto. Ecco di seguito le nostre impressioni, a maniera de sintesi abbiamo presso i paragrafi dove cerano le coincidenza di ogni uno in ogni capitolo. Quello messo in corsiva sono alcune delle immagini; il resto frase coincidente che ci ha colpito.


Testo: Francesco DI SALES, Filotea. Introduzione alla vita devota, a cura di Ruggero Balboni, 15ª ed. (Milano: Paoline, 2010)

Capitolo I - OGNI ANNO BISOGNA RINNOVARE I BUONI PROPOSITI PER MEZZO DEI SEGUENTI ESERCIZI

La nostra natura umana facilmente si allontana dai buoni sentimenti per la fragilità e le cattive inclinazioni della carne, che appesantiscono l’anima e la trascinano continuamente in basso, se essa non reagisce proiettandosi di frequente in alto per mezzo di buoni propositi. Proprio come gli uccelli che cadrebbero presto in terra se non moltiplicassero gli slanci e i colpi d’ala per tenersi in volo.

[...], allo stesso modo che l’orologiaio unge con olio speciale gli ingranaggi, le molle e tutte le parti meccaniche dell’orologio, affinché tutti i movimenti siano più dolci, e la ruggine abbia meno presa, così la persona devota, dopo aver smontato il proprio cuore per rinnovarlo, deve ungerlo con i Sacramenti della Confessione e dell’Eucarestia. Questo esercizio ti farà recuperare le forze indebolite dal tempo, ti riscalderà il cuore, farà riprendere vigore ai tuoi buoni propositi e rifiorire le virtù del tuo spirito (310).

Capitolo II - CONSIDERAZIONI SUL BENEFICIO CHE DIO CI HA FATTO CHIAMANDOCI AL SUO SERVIZIO, SEGUENDO LA PROMESSA INDICATA NELLA PARTE PRIMA AL CAPITOLO VENTI

[...] Considera a chi hai promesso: hai promesso a Dio. Se la parola d’onore data agli uomini in cosa ragionevole ci obbliga strettamente, quanto più quella data a Dio! (311).

Sig.Virgilio Radici

Capitolo III - ESAME SUL PROGRESSO FATTO DALLA NOSTRA ANIMA NELLA VITA DEVOTA

«Per cominciare bene questo esame devi dunque:

1. Metterti alla presenza di Dio.

2. Invocare lo Spirito Santo: domandagli luce e chiarezza per poterti ben conoscere, come faceva S. Agostino, che, in ispirito di umiltà, esclamava davanti a Dio: Chi sei tu e chi sono io?

Protesta che non vuoi prendere nota del tuo progresso per gioire in te stessa, ma per rallegrarti in Dio; tanto meno per averne gloria, ma per dare gloria a Dio e ringraziarlo.

3. Se, com’è probabile, scoprirai di aver fatto progressi insignificanti o addirittura di avere fatto dei regressi, prometterai che, nonostante tutto, non ti abbatterai e non ti lascerai intiepidire dallo scoraggiamento e dalla stanchezza di cuore, ma al contrario, con l’aiuto della grazia di Dio, vuoi prendere più coraggio e più animo, vuoi umiliarti e porre rimedio ai difetti» (314-315).

Capitolo IV - ESAME DELLO STATO DELLA NOSTRA ANIMA NEI CONFRONTI DI DIO

Mette in evidenza dieci nostri possibili atteggiamenti del cuore. Metto in risalto il settimo ed il decimo (Cf., 315-317).

7. Qual è il comportamento del tuo cuore nei confronti della Madonna, dei Santi, del tuo buon Angelo? Li ami fortemente? Hai una speciale fiducia nella loro benevolenza? Ti piacciono le loro immagini, le loro vite, le loro lodi? (317).

10. Riesci a scoprire in te di avere lasciato qualche affetto e rinunciato a qualche cosa per Dio? È un segno sicuro d’amore privarsi di qualche cosa in favore di chi amiamo. Finora che cosa hai lasciato per amore di Dio? (317).

Capitolo V - ESAME DEL NOSTRO STATO NEI CONFRONTI DI NOI STESSI

Mette in evidenza sei nostri possibili atteggiamenti dell’amore verso se stessi. Metto in risalto il secondo (Cf., 318-319).

2. Conservi un buon ordine nell’amore per te stesso? Quello che ci rovina è essenzialmente l’amore disordinato per noi stessi. L’amore ordinato esige che vogliamo più bene all’anima che al corpo; che, più di ogni altra cosa, abbiamo il desiderio di acquistare la virtù, che teniamo più in considerazione l’onore di Dio che quello terreno che passa. Il cuore ordinato dice spesso in se stesso: Cosa diranno gli Angeli se penso la tal cosa? Non si chiederà: Cosa diranno gli uomini? (318).

Capitolo VI - ESAME DELLO STATO DELLA NOSTRA ANIMA NEI CONFRONTI DEL PROSSIMO

In generale, qual è il tuo comportamento nei confronti del prossimo? Lo ami cordialmente per amore di Dio? Per saperlo con certezza, devi richiamare alla tua mente certa gente noiosa e sempre col broncio; è proprio in quel caso che sei chiamata a dar prova del tuo amore di Dio verso il prossimo. Ancor più, poi, nei confronti di chi ti fa del male, o con fatti o con parole (319).

Capitolo VII - ESAME SUGLI AFFETTI DELLA NOSTRA ANIMA

Attraverso le passioni dell’anima, saggiandole una dopo l’altra, si può riconoscere il suo stato: proprio come un suonatore di violino che pizzica tutte le corde, e accorda quelle che trova stonate o tendendole o allentandole; allo stesso modo, dopo aver saggiato l’amore, l’odio, il desiderio, il timore, la speranza, la tristezza e la gioia della nostra anima, se non le troviamo accordate con l’aria che vogliamo suonare, che è la gloria di Dio, potremo accordarle con la grazia di Dio e il consiglio del nostro padre spirituale (321).

Capitolo VIII - AFFETTI DA COMPIERE DOPO L’ESAME

Ringrazia Dio per il piccolo miglioramento che hai trovato in te dal momento della promessa iniziale, e riconosci che è stata soltanto la sua misericordia che l’ha operato in te e per te (321).

Invoca i Santi: la Santa Vergine, il tuo Angelo, il tuo Patrono, S. Giuseppe e altri cui sei devota (322).

«Invoca la Santa Vergine!» (Fatima, Three Rivers, California)

Capitolo IX - CONSIDERAZIONI ADATTE A RINNOVARE 1 BUONI PROPOSITI

[...] Quindi, prima di ogni altra cosa, ti metterai alla presenza di Dio, chiederai la sua grazia per collocarti stabilmente nel suo santo amore e nel suo servizio (322).

Capitolo X - PRIMA CONSIDERAZIONE: IL VALORE DELLE NOSTRE ANIME

Osserva com’è generoso il tuo cuore. Niente di corrotto riesce ad attirare e a far posare le api, che si posano soltanto sui fiori; allo stesso modo il tuo cuore può trovare il suo riposo solo in Dio. Nessuna creatura può appagarlo (323).

Capitolo XI - SECONDA CONSIDERAZIONE: IL PREGIO DELLE VIRTÙ

Pensa che soltanto la devozione e le virtù sono in grado di dare la felicità alla tua anima su questa terra; guarda come sono belle! Metti a confronto le virtù e i vizi per convincertene: pensa, per esempio, alla soavità della pazienza a confronto con la vendetta; la dolcezza, a confronto con l’ira e l’amarezza; l’umiltà a confronto con l’arroganza e l’ambizione; la generosità contro l’avarizia, la bontà contro l’invidia, la morigeratezza contro gli eccessi! (324).

Capitolo XII - TERZA CONSIDERAZIONE: L’ESEMPIO DEI SANTI

Che cosa non riusciremo a fare sorretti da simili Patroni? Erano come siamo noi, lo facevano per lo stesso Dio, per mezzo delle stesse virtù: e perché non potremo fare anche noi la stessa cosa, secondo la nostra condizione e la nostra vocazione, per tener fede ai nostri propositi e alla nostra promessa? (326).

Capitolo XIII - QUARTA CONSIDERAZIONE: L’AMORE DI GESÙ CRISTO PER NOI

Questo è certo: come una donna incinta prepara la culla, la biancheria, le fasce e prevede anche una balia per il figlio che spera avere, benché ancora non sia venuto al mondo, così Nostro Signore, che porta in seno te e vuole generarti alla salvezza e farti sua figlia, sull’albero della croce prepara quanto ti è necessario: la tua culla spirituale, la tua biancheria e le fasce, la tua nutrice e quanto ti è necessario alla felicità. E sono tutti i mezzi, le inclinazioni, le grazie con cui vuole attirare la tua anima alla perfezione (327).


Capitolo XIV - QUINTA CONSIDERAZIONE: L’AMORE DI DIO PER NOI

Ma quando ha cominciato ad amarti? Da quando ha cominciato ad essere Dio. E quando ha cominciato ad essere Dio? Mai, perché lo è sempre stato, senza inizio e senza fine, e così ti ha sempre amato dall’eternità; ti stava preparando le grazie e i favori che poi ti ha donato (328).

Capitolo XV - AFFETTI GENERALI SULLE PRECEDENTI CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONE DELL’ESERCIZIO

Dopo questi affetti devi precisare i mezzi idonei a mantenere questi buoni propositi e devi promettere di volertene servire fedelmente; l’orazione frequente, i sacramenti, le buone opere, l’emendamento dalle colpe scoperte nel secondo punto, l’eliminazione delle cattive occasioni, l’osservanza dei consigli che ti verranno dati in proposito (329).

Capitolo XVI - I RICORDI DA CONSERVARE DOPO QUESTO ESERCIZIO

Bisogna che questi esercizi penetrino il cuore, e quando lasciamo la riflessione e la meditazione, dobbiamo tornare ai nostri affari e alle conversazioni con moderazione, per non versare subito il liquore dei nostri buoni propositi; quel liquore deve permeare e penetrare bene tutte le parti dell’anima, ma il tutto sempre senza sforzo né dello spirito, né del corpo (331).

Capitolo XVII - RISPOSTA A DUE OBIEZIONI CHE POSSONO ESSERE MOSSE A QUESTA INTRODUZIONE

Fa dunque con coraggio questi esercizi come te li ho indicati, e Dio ti darà tempo ed energia per compiere tutti i doveri del tuo stato; ti assicuro che lo farà anche se dovesse fermare il sole come fece per Giosuè. Facciamo sempre abbastanza quando Dio lavora con noi (332).

Capitolo XVIII - TRE ULTIMI E IMPORTANTI CONSIGLI PER QUESTA INTRODUZIONE

«[...] quando avvertirai qualche cedimento nella tua anima, prendi in mano la tua promessa, prostrati con grande spirito di umiltà e pronunciala con tutto il cuore e proverai un grande sollievo.

Fa aperta professione di voler essere devota; non ti dico di essere devota, ma di volerlo essere, e non vergognarti degli atti comuni che si richiedono per condurci all’amore di Dio» (333).

Infine, carissima Filotea, ti scongiuro per tutto ciò che c’è di più sacro in Cielo e sulla terra, per il battesimo che hai ricevuto, per il seno che ha allattato Gesù Cristo, per il cuore caritatevole con il quale ti ha amato, per le viscere della misericordia nella quale speri, continua a perseverare in questo felice cammino della vita devota (334).

[...]; quando la fatica della vita devota ti sembrerà dura, canta con S. Francesco: Tutta la pena mi è diletto per il bene che m’aspetto (334).

César Oberto, Roma, Convento dei Passionisti, 2011

Sintesi di César Oberto

Monday, January 9, 2012

Indicazioni per un continuo rinnovamento personale


Filotea Parte 5 - Contiene esercizi e consigli per rinnovare l’anima e confermarla nella devozione
Sintesi di Manuel Camilleri

Come indica il titolo, questa ultima parte dell’opera di Francesco di Sales, contiene indicazioni per aiutare al Filotea per fare un continuo rinnovamento personale.

Cap.1  In primo piano il santo suggerisce di riconoscere l’importanza dei buoni propositi perché la nostra natura umana “facilmente si allontana dai buoni sentimenti per la fragilità e le cattive inclinazioni della carne, che appesantiscono l’anima e la trascinano continuamente in basso, se essa non reagisce proiettandosi di frequente in alto per mezzo di buoni propositi”. Se non si rinnovano i buoni propositi, c’è il rischio che la Filotea ricadrà nel suo primo stato, o peggio ancora, in uno stato peggiore del primo. Il cuore è come un orologio, anche se è buono, bisogna ricaricarlo come si fà ad un orologio. E come un volta all’anno l’orologio và smontato completamente e pulito, così anche il cuore “deve smontarlo almeno una volta all’anno, e controllare accuratamente tutti i pezzi, ossia tutti i suoi sentimenti e le sue passioni, per riparare tutti i difetti che vi scopre”. Il cuore và ricaricato in Dio con l’aiuto degli esercizi proposti dal Santo nei capitoli precedenti. L’orologio và unto con l’olio speciale per pulire gli ingranaggi e togliere la ruggine; così anche il cuore và unto con l’olio dei Sacramenti della confessione e dell’Eucaristia. Questo esercizio “farà recuperare le forze indebolite dal tempo, ti riscalderà il cuore, farà riprendere vigore ai tuoi buoni propositi e rifiorire le virtù del tuo spirito”.

Cap. 2    In questo capitolo, il Santo richiama la Filotea alla prima parte, capitolo 20. Egli la richiama alla promessa da essa fatta in quella parte dell’Introduzione. Il Santo riporta la Filotea sull’itinerario della sua promessa. La fa’ ricordare tutto il suo percorso, le fatiche, gli ostacoli per arrivare alla vita devota. Comunque ci sono anche degli aspetti positivi, come ad esempio il fatto che la Filotea ora puo’ sentire e vedere un cambiamento nella sua vita, un miglioramento. Questa è la mano invisibile di Dio che aiuta in un modo mirabile quelli che lo cercano: “E’ la mano destra di Dio che ha operato tutto ciò. La mano buona di Dio, dice Davide, ha fatto prodigi, la destra mi ha sollevato. Non morirò, ma vivrò e racconterò con il cuore, con la bocca e con le opere le meraviglie della tua bontà”.

Manuel Camilleri, con il testo della Filotea sul iPad

Cap. 3     In questo capitolo, il Santo savoiardo offre un esercizio in form di esame per riflettere sul progresso della propria anima nella vita devota. Mettendosi alla presenza di Dio, la Filotea è invitata ad invocare lo Spirito, chiedendolo di aiutarla a capire il suo stato d’animo. La invita anche di chiedere lo Spirito la grazia di riconoscere che Dio l’ha dato la grazia del progresso nella vita devota e percio la gloria spetta a Lui solo. Lui avverte che è di consueto che scopriera’ delle mancanze nella propria vita. In questo caso, la Filotea non deve scoraggiarsi ma farsi coraggio con la grazia divina, di fare delle riparazioni. L’esame che segue nel capitolo 4 aiuta la Filotea ad esaminare lo stato della propria anima nel confronto di Dio. Per Francesco, il fondamento della vita spirituale consiste proprio in nel fermo proposito di non commettere mai il peccato mortale. Riflettendo su questo, la Filotea avra’ un indicazione in quale direzione sta andando la propria vita devota. Per aiutarla, il Santo propone una riflessione sui Comandamenti di Dio; essi devono essere la misura per verificare il progresso dell’anima nei confronti del peccato mortale. Se la Filotea vuole detestare il peccato mortale, deve trovare i Comandamenti come giusti, dolci e a suo gradimento come un cibo che piace. Seguono poi delle riflessioni sul proprio atteggiamento verso il peccato veniale e l’atteggiamento del cuore di fronte alle pratiche di pieta’. Uno degli atteggiamenti personali che si deve verificare e quello della lettura e dell’ascolto della Parola di Dio, ma anche la vita sacramentale. Da questa scaturisce la vera vita cristiana. Non manca la verifica sull’atteggiamento del proprio cuore. Per Francesco, il cuore è centrale e esaminando questi atteggiamenti, aiuta la Filotea a vedere quale direzione percorre il suo cuore. La donna che ama suo marito, appena sente la sua voce, anche se presa da tante facende e preoccupazioni, lascera’ tutto questo per prestare attenzione verso il suo amato. Cosi’ anche quando il cuore sente la presenza di Dio e ascolta la sua voce, lascia tutto per andargli incontro. L’atteggiamento del proprio cuore nei confronti di Dio aiuta la Filotea a verificare anche il suo atteggiamento verso la persona di Gesù Cristo. Quale sentimenti prova il proprio cuore verso il Figlio di Dio? Dev’essere lo stesso atteggiamento delle api che si avvicinano al miele. Di conseguenza, allora, la Filotea deve anche esaminare il proprio cuore e verificarne l’atteggiamento verso la Maria Santissima e i Sani e gli Angeli che sono dei modelli per una vita vissuta nel Signore.

Il capitolo 5 è un esame sul proprio stato nei confronti di se stessi. La Filotea è invitata ad esaminare l’amore per se stessa, l’attaccamento a questo mondo e il desiderio per il cielo. Il Santo intende ricordarla che anche se noi siamo nel mondo, noi non siamo del mondo. Dall’amore per il mondo passa per l’amore verso se stessa. E’ piu’ importante l’amore verso la propria anima che per il proprio corpo. l’amore verso la propria anima aiuta a conquistare le virtu’. Il cuore ordinato è piu’ preoccupato di quello che pensano gli angeli, che di quello che pensano gli uomini. La Fioltea è obbligata ad aiutare il suo cuore quando è tormentato dalle passioni. Lei si deve sentirsi un niente davanti alla grandezza di Dio: “Per una mosca sentirsi nulla di fronte a una montagna non è grande umiltà; lo stesso si dica per una favilla o una scintilla di fronte al sole; l’umiltà consiste nel non sentirsi superiori agli altri e nel non pretendere di essere stimati dagli altri”. E la Filotea, come si sente su questo?” Un cuore umile è anche accompagnato da un lingua che non si vanta e da azioni non contrari alla volontà di Dio.

Segue nel capitolo 6 l’esame dello stato della propria anima nei confronti del prossimo. Il Santo fa’ questo passaggio naturale dall’amore verso Dio e verso il prossimo; per esso non c’è distinzione. Amare Dio significa amare il prossimo. Si comincia da quelli con sono più vicini a lei e si passa ad altri, ciascuno al suo posto, vedendo in ogni azione amabile, la volontà di Dio. si deve esaminare il proprio comportamento verso il prossimo: è indicativo in quale esso valorizza l’amore verso Dio. Più indicativo è l’amore verso quelli che la fanno del male perché è l’amore proprio mostrato da Gesù stesso. Questo significa anche perdonare completamente e dimenticare le azioni fatte nel proprio confronto.

Il Santo ha voluto dilungare su questi punti per aiutare la Filotea a conoscere il progresso spirituale da lei compiuto. Comunque, per Francesco l’esame più importante è quello delle proprie passioni. Sembra che per lui, il segreto per un successo completo nella vita devota, sta nel guadagnare possesso e controllo dei propri affetti e passioni. Importante è verificare quali sono quei affetto che legano il proprio cuore. Il cuore dev’essere “accordato” come un violino dalla grazia di Dio e con l’aiuto del direttore spirituale (capitolo 7).

Quali affetti si deve compiere dopo questo lungo esame?  “Ringrazia Dio per il piccolo miglioramento che hai trovato in te dal momento della promessa iniziale, e riconosci che è stata soltanto la sua misericordia che l’ha operato in te e per te”. Insieme a questo passo, è anche importante l’umilta’. Se il progresso personale è stato limitato, la Filotea deve ricoonoscere che questo non è colpa di Dio. Essa deve lodarlo continuamente per le grazie ricevute specialmente l’aiuto divino che lei ha ricevuto per uscire dal dominio delle proprie inclinazioni. Lei deve continuare a supplicare il Signore per darla la forza di continuare nella via della fedelta’ totale, chiedendo anche l’aiuto della Beata Vergine e tutti i Santi (capitolo 8).

Il capitolo 9 e una specie di introduzione alle considerazioni adatte per rinnovare i buoni propositi. Dopo aver portato a termine l’esame, e aver parlato con il suo direttore spirituale, la Filotea deve prendere le considerazioni seguenti, facendone una al giorno in forma di meditazione. Lei è invitata ad usare lo stesso metodo che aveva impiegato nelle meditazioni della prima Parte, cominciando dal mettersi nella presenza di Dio.

Dal capitolo 10 fino al capitolo 14 seguono le cinque considerazioni per questo esercizio. Si cominicia dalla considerazione sul valore della propria anima: “Considera la nobiltà e il valore della tua anima, che ha un intelletto che può conoscere tutto il mondo visibile, non solo, ma anche l’esistenza degli angeli e del paradiso; conosce l’esistenza di un Dio supremo, buono e ineffabile; conosce che c’è un’eternità e conosce anche quello che serve per vivere con dignità in questo mondo, per unirsi poi agli angeli in paradiso e per godere di Dio per l’eternità” In piu’, l’anima è dotato di una volonta’ in grado di amare Dio. Osservando il suo cuore, la Filotea trovera’ che esso è attratto dal riposo in Dio, come le api sono attratti dai fiori. Il nostro cuore corre verso le creature con precipitazione “pensando di poter appagare i propri desideri; ma appena le ha incontrate, si accorge di dover ricominciare perché niente lo accontenta; Dio non permette che il nostro cuore trovi un luogo dove riposare, come la colomba uscita dall’arca di Noè; in tal modo sarà costretto a tornare a Dio da cui era partito. Il nostro cuore, di natura sua, è meraviglioso! Perché allora, contro la sua volontà, vogliamo costringerlo a servire le creature?” (capitolo 10).

La seconda considerazione (capitolo 11) si concentra sul pregio delle virtu’. Soltanto la devozione e le virtu’ sono in grado di dare la felicità alla sua anima su questa terra; esse sono belle da contemplare “Metti a confronto le virtù e i vizi per convincertene: pensa, per esempio, alla soavità della Pazienza a confronto con la vendetta; la dolcezza, a confronto con l’ira e l’amarezza; l’umiltà a confronto con l’arroganza e l’ambizione; la generosità contro l’avarizia, la bontà contro l’invidia, la morigeratezza contro gli eccessi!” Le virtù esercitate hanno un pregio unico: rallegrano l’anima con una dolcezza e una soavità che non ha l’uguale; i vizi, invece, la lasciano stanca e disorientata. E la vita devota? Essa “è bella, dolce, gradevole e soave: addolcisce le tribolazioni e rende soavi le consolazioni. Senza di lei il bene è male, i piaceri sono carichi di agitazione, di confusione, di cedimenti”.

L’esempio dei santi è la terza considerazione che segue nel capitolo 12. I Santi hanno stabilito per noi degli esempi sul quale noi possiamo formare la nostra vita “hanno fatto di tutto per amare Dio ed essere suoi devoti” Cosi’ anche i martiri che erano pronti a offrire la loro vita per la fed in Cristo. Tra questi la Filotea deve guardare con attenzione “quelle incantevoli e meravigliose donne, più splendide dei gigli per candore, più rosse delle rose per amore, le une a dodici, le altre a tredici, quindici, venti, venticinque anni, e che hanno sofferto innumerevoli torture, piuttosto che venir meno alla loro promessa, non solo quanto alla professione di fede, ma anche per affermare la devozione: le une hanno preferito la morte alla perdita della verginità, le altre l’hanno preferita piuttosto che lasciare il servizio dei sofferenti, o di consolare i dubbiosi, seppellire i morti. Veramente in tali circostanze, il sesso debole ci ha dato una lezione di forza e di costanza”. Anche i santi confessori, anche se non hanno subito il martirio diretto loro “hanno disprezzato il mondo, come sono stati irremovibili nei loro propositi: niente li ha distolti. Li avevano abbracciati senza riserva e li hanno mantenuti senza eccezioni!”

La quarta considerazione riflette sull’amore di Gesu’ Cristo per noi (capitolo 13). La Filotea è invitata a pensare all’amore con il quale Gesù Cristo Nostro Signore ha tanto sofferto in questo mondo e particolarmente nell’orto degli Olivi e sul monte Calvario “quell’amore riguardava te!” esprime il Santo. Cristo per mezzo di tutte quelle fatiche e quelle sofferenze “otteneva da Dio Padre buoni propositi e promesse per il tuo cuore, e con lo stesso mezzo otteneva anche ciò che ti è necessario per mantenere, nutrire, rinforzare e portare a compimento quei propositi...Questo è certo: come una donna incinta prepara la culla, la biancheria, le fasce e prevede anche una balia per il figlio che spera avere, benché ancora non sia venuto al mondo, così Nostro Signore, che porta in seno te e vuole generarti alla salvezza e farti sua figlia, sull’albero della croce prepara quanto ti è necessario: la tua culla spirituale, la tua biancheria e le fasce, la tua nutrice e quanto ti è necessario alla felicità. E sono tutti i mezzi, le inclinazioni, le grazie con cui vuole attirare la tua anima alla perfezione. Dio mio, come dovremmo imprimere profondamente in noi tutto questo!” Se il Salvatore a pensata alla Filotea in un modo personale, anche lei deve amare quello che il Signore aveva pianificato per lei: “Questo, Filotea, deve essere impresso nella tua anima, per avere caro e nutrire il tuo buon proposito che è costato così caro al cuore del Salvatore!”


Nel capitolo 14 leggiamo sulla quinta considerazione, e cioè l’amore che Dio ha per ciascuno di noi. Va considerato l’amore eterno che Dio le ha portato, perché già prima che Nostro Signore Gesù Cristo, in quanto uomo soffrisse in Croce per le, la sua divina Maestà, nel suo immenso amore, la inseriva nei suoi disegni e la amava immensamente. Ma quando ha cominciato il Signore ad amarla? Da “quando ha cominciato ad essere Dio. E quando ha cominciato ad essere Dio? Mai, perché lo è sempre stato, senza inizio e senza fine, e così ti ha sempre amato dall’eternità; ti stava preparando le grazie e i favori che poi ti ha donato. Lo fa dire al Profeta: Ti ho amato (parla anche a te), con una carità senza fine; ti ho attirato a me perché avevo compassione di te”. Non soltanto, ma il Signore l’ha spinta a fare il buon proposito di servirlo; quali “meravigliosi propositi sono questi se Dio stesso li ha pensati, meditati, progettati dall’eternità! Quanto devono essere cari e preziosi. Quanto dovremmo essere disposti a soffrire piuttosto che perderne un briciolo soltanto! Nemmeno se tutto il mondo dovesse perire, perché il mondo intero vale meno di un’anima e un’anima non vale nulla senza i suoi buoni propositi!”

I buoni propositi sono “il bell’albero della vita che Dio ha piantato di sua mano al centro” del cuore e “il Salvatore vuole irrigare con il suo sangue per farlo fruttificare”. Questa affermazione spinge la Filotea a desiderare la morte che permettere “un ventaccio qualunque” sdrachano quest’albero. Niente, “né la vanità, né le delizie, né le ricchezze e nemmeno le tribolazioni” la strapperanno dal suo proposito.

E’ il Signore, che l’ha piantato dopo aver “conservato dall’eternità questo bell’albero” per il giardino della Filotea. Lei chiede a questi propositi di vivere sempre in lei e che siano “eterni nella misericordia del mio Dio; rimanete e vivete eternamente in me; che io non vi abbandoni mai!” L’orazione frequente, i sacramenti, le buone opere, l’emendamento dalle colpe, l’eliminazione delle cattive occasioni, le osservanze dei consigli del direttore spirituale, la aiutano a mantenere questi buoni propositi. deve anche promettere a se stessa che sarà perseverante nei suoi propositi, pregando il Dio di rinnovarla completamente, che benedica la sua rinnovata promessa. In tutto questo percorso lei deve ascoltare bene il suo direttore spirituale, fa una confessione generale e santificarsi con l’Eucaristia (capitolo 15).


Nel capitolo 16, il nostro Santo propone dei ricordi da conservare nel cuore dopo l’esercizio precedente. La Filotea è invitata a ripetere spesso che lei non si appartiene più a se stessa, ma appartiene al Signore in ogni cosa che lei faccia. No, “non saremo più noi stessi. perché il nostro cuore sarà cambiato e il mondo che ci ha ingannato tante volte, rimarrà ingannato in noi questa volta, perché, accorgendosi solo poco a poco del mutamento avvenuto in noi, penserà che noi siamo sempre degli Esaù, mentre siamo dei Giacobbe”. Ma bisogna che questi esercizi penetrino il cuore e così diventeranno parte del ritmo della giornata e cioè diventino un modo di vivere.

Ci sono delle obiezioni mosse dalla Introduzione alla Vita Devota? Secondo Francesco ci sono due obiezioni che possono emergere. Lui gli presenta nel capitolo 17. La prima obiezione è quella che i consigli proposti nella sua Opera sono così numerosi che chi volesse “osservarli dovrebbe tralasciare qualunque altra occupazione”. Ma “se facessimo qualche altra cosa, faremmo sempre abbastanza, perché faremmo ciò che dovremmo fare in questo mondo!” Questo è l’inganno del mondo perché questi esercizi hanno il tempo, il luogo e le circostanze nelle quali possono essere esercitati. Il Codice non è pieno forse di tante Leggi per essere osservate “ma va da sé che ciascuna va osservata secondo le circostanze e non che si debbano osservare tutte insieme e tutti i giorni”. La Filotea deve guardare sempre quello che hanno fatto i Santi prima di lei; loro sono i modelli per la vita devota. Lui la incoraggia con coraggio di fare questi esercizi come lui le ha indicato. Ci pensa Dio a darle “tempo ed energia per compiere tutti i doveri del tuo stato; ti assicuro che lo farà anche se dovesse fermare il sole come fece per Giosuè. Facciamo sempre abbastanza quando Dio lavora con noi”.

La secondo obiezione che potrebbe emergere è che si “dirà che io do per scontato quasi ovunque” che Filotea “abbia il dono dell’orazione mentale”. Ma è chiaro invece che non tutti l’hanno questa capacità “per cui questa Introduzione non potrebbe servire a tutti”. Ma è anche vero che il dono dell’orazione “tutti possono averlo, magari appena abbozzato: è sufficiente che abbiano delle buone guide e che abbiano voglia di impegnarsi per acquistarlo visto che la cosa merita. Se si dovesse trovare qualcuno totalmente sprovvisto di questo dono a tutti i livelli, ciò che penso possa capitare soltanto molto di rado, il saggio padre spirituale indicherà all’interessato il modo di rimediare alla lacuna applicando maggiore attenzione nella lettura e nell’ascolto delle riflessioni che ho suggerito nelle meditazioni”.

Il Cristo (bronzo) del Duomo di Valetta

Conclusione (capitolo 18)

Il Santo dà tre ultimi e importanti consigli per l’Introduzione. Ogni primo del mese, Filotea deve rinnovare la promessa che si trova nella prima parte dell’Introduzione e si deve prometter che la mantiene sempre. E quando sentirà qualche cedimento nella sua anima lei deve prendere in mano la sua promessa, prostrando con grande spirito di umiltà e di pronunciarla con tutto il cuore e proverà un grande sollievo.

Il secondo consiglio richiede da Filotea di fare aperta professione di voler essere devota. Lui non la dice di essere devota, ma di volerlo essere, e non si deve vergognarsi “degli atti comuni che si richiedono per condurci all’amore di Dio. Ammetti con franchezza che ti sforzi di meditare, che preferiresti morire che peccare di nuovo gravemente, che vuoi frequentare i sacramenti e seguire i consigli del tuo direttore, anche se non e sempre necessario farne il nome, e questo per molte ragioni”. La franchezza nel confessare il volere di servire Dio e che lei è consacrata al suo amore con speciale affetto “è molto gradita alla divina Maestà la quale non vuole che abbiamo vergogna di Lui e della Croce; e poi respingi le molte carezze che il mondo vorrebbe farti per tirarti dalla parte opposta; il nostro buon nome ci obbliga a continuare. I filosofi si proclamavano filosofi per poter essere lasciati vivere da filosofi, noi ci dobbiamo presentare come persone desiderose della devozione perché la gente ci lasci vivere devotamente”. Se qualcuno poi dice a lei che si può vivere con devozione senza praticare questi consigli, lei non deve negarlo questo am deve rispondere con amore che la sua infermità “è tale che richiede aiuti maggiori e sostegni che agli altri non sono necessari”.

Infine, il Santo scongiura Filotea per tutto ciò che c’è di più sacro in Cielo e sulla terra, per il battesimo che ha ricevuto, per il cuore caritatevole con il quale l’ha amata, di continuare perseverare nel felice cammino della vita devota. Filotea deve guardare il Cielo e desidera di conquistarlo; guarda l’inferno e desidera di no gettarsi dentro. Infine guarda Gesù Cristo e “non rinnegarlo per alcuna cosa al mondo; quando la fatica della vita devota ti sembrerà dura, canta con S. Francesco: Tutta la pena mi è diletto per il bene che m’aspetto.

“Viva Gesù, al quale, con il Padre e lo Spirito Santo sia onore e gloria, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen!”